di Eloisa Diomede

I ricordi di Maria, una delle ultime "maestre uniche": «Conservo le foto di tutti i miei alunni»
BARI – «Conservo le foto e i ricordi di tutte le classi e degli alunni che ho avuto in tanti anni di carriera. A volte torno indietro nel tempo e vado a rivedere i loro volti e lo ammetto: qualche lacrimuccia mi scende sul viso, perché ricordo di quando per questi bambini rappresentavo quasi una seconda mamma». Sono le parole di quella che è stata una delle ultime “maestre uniche” della scuola elementare italiana: la 69enne barese Maria Attolico, insegnante sin dal 1974 presso l’istituto Preziosissimo Sangue di via Scipione l’Africano. (Vedi foto galleria)

Fino a trent’anni fa infatti ogni classe aveva una sola maestra che insegnava tutte le materie: dall’italiano alla matematica, passando per storia e geografia. Dal 1990, con l'approvazione della legge n. 148, questa figura scomparve per essere sostituita da un “team” di docenti. Si tratta del cosiddetto modulo didattico, che prevede che ogni scolaresca abbia più di un insegnante e che ciascun docente a sua volta lavori con più classi contemporaneamente".

All’improvviso è venuta così a mancare quella presenza quasi materna che per cinque anni, ogni santo giorno (sabato compreso), passava ore e ore con gli stessi alunni che venivano così condotti, dalla stessa persona, dalla prima alla quinta elementare. Una “seconda mamma” che inevitabilmente si legava anche emotivamente ai propri studenti, intervenendo nella loro formazione non solo scolastica ma anche umana.  

Non è un caso quindi che Maria abbia conservato tutte le foto, i pensierini, le dediche e le lettere ricevute dai suoi vecchi scolari. La donna ha infatti raccolto nove album di fotografie, uno per ogni ciclo di 5 anni che ha concluso prima di andare in pensione nel 2022.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

I ricordi più forti dell’ex insegnante sono però riferiti proprio alle classi avute negli anni 70 e 80, quando appunto rappresentava per i bambini la loro unica e sola maestra.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Tutti mi chiamavano maestra Ranieri, perché all’epoca le signore venivano chiamate con il cognome del marito una volta sposate», esordisce la donna, che ci racconta di aver iniziato a insegnare a soli 20 anni, subito dopo essersi diplomata al magistrale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Era il 1974  - rammenta - e al Preziosissimo Sangue (scuola che avevo frequentato già come alunna) mi assegnarono una classe di ben 42 piccoli, in prevalenza femminucce».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La docente, emozionata, ci mostra alcune foto proprio di quella sua prima classe (era la sezione A), ritratta in tutti i cinque anni di scuola elementare. Le bambine indossano tutte un grembiule bianco con un fiocco nero, mentre i pochi maschietti una divisa blu con un colletto bianco.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Gli alunni sono gli stessi, ma ogni anno sempre un po’ più grandi. E sullo sfondo c’è sempre lei: Maria, giovanissima e sorridente, piena di orgoglio per i “suoi” scolari.  «Stavo praticamente sempre con loro: dalle 8 alle 16, visto che li seguivo durante il servizio mensa per poi insegnare nel pomeriggio altre materie», afferma la donna.  


Un grosso impegno che però veniva ripagato anche da una maggiore libertà didattica. «In quanto maestra unica – afferma l’insegnante – potevo ad esempio scegliere come disporre l'aula, senza dovermi confrontare con altre colleghe. Sistemavo sulle pareti i pannelli che mi servivano per la mia metodologia, arricchendo poi i davanzali con piante e fiori colorati».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E poi c’era l’intenso e profondo rapporto che si istaurava con gli alunni. «Con loro si veniva a creare un grande feeling – afferma -. Un qualcosa che non ho più ritrovato quando, dal 1990, sono diventata insegnante di “team”. Certo, oggi essendoci per ogni materia un insegnante specialista è possibile offrire agli alunni una maggiore qualità di contenuti sulla disciplina proposta, ma dall’altro lato non sempre è facile per gli studenti rapportarsi con personalità e metodologie diverse».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

All’epoca poi il ruolo della maestra era rispettatissimo (anche dai genitori) e le insegnanti venivano onorate costantemente, anche con un fiore o un pensiero. Maria ci mostra decine e decine di bigliettini di ringraziamento, di auguri di compleanno o natalizi, ma anche foto personali dei singoli bambini ritratti durante la loro prima comunione o mentre giocavano nel giardino della propria casa.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ci sono i volti di Annalisa, Maria Francesca, Angela, Giovanna. In particolare notiamo una pagina colorata che la piccola Claudia dedicò alla sua maestra, con mille frasi tra cui spicca questa: “Non sei oro, non sei argento, ma ti voglio bene al 100%”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E poi foto che ricordano quando in classe si lavorò con i regoli, un’immagine del 1976 di fine anno con i bambini vestiti in stile marinaresco e lo scatto di una gita alla Foresta di Mercadante del maggio 1975.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Per me è stato un onore immenso ricevere questi doni – afferma Maria -. Molte volte nelle loro letterine scrivevano, rivolgendosi a me, “maestra di vita”. Perché io con i miei bambini ho sempre creato un rapporto che andava al di là dell'insegnamento di una materia, ho sempre cercato di aiutarli a crescere, anche interiormente».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Alunni che non si sono mai dimenticati della loro maestra. «Una di loro addirittura mi ha chiamata dalla sala parto quando è diventata madre – sottolinea Maria –. E naturalmente il loro pensiero è andato a me quando hanno discusso le tesi di laurea o si sono sposati. Il più grande regalo però l’ho avuto qualche mese fa, quando gli alunni della sezione A, quelli della mia prima esperienza, hanno organizzato una festa a sorpresa per il mio 69esimo compleanno». 

Giovanna, Giovy, Maria Francesca, Valeria, Antonio, Pierluigi, Riccardo, oggi tutti più che cinquantenni, hanno voluto infatti onorare la loro vecchia maestra da poco andata in pensione. «Mi piaceva ascoltare il suono della sua dolce voce quando spiegava – ci dice una di loro, Giovy -. Però la maestra Maria all’occorrenza sapeva essere anche autorevole, incutendo timore e rispetto. Proprio come una mamma».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)


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Eloisa Diomede
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  • ANTONIO - trovo molto della maestra Maria in Eloisa che scrive trasmettendo autentiche emozioni.
  • Pia Cuscito - mi hai riportato indietro alle mie elementari --- asilo ... a Carrassi scuola Carlo del Prete ... avrei voluto avere le possinilità di conoscenza che ci sono oggi ... internet .... ma mi manca la semplicità di quei tempi ....


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